lunedì 13 ottobre 2008

L'Amore di Francesco per gli Animali

Laudato sie, mì Signore cum tucte le Tue creature, specialmente messor lo frate Sole…”.






Difficile non riconoscere in queste parole il Cantico delle Creature, intonato da Francesco, ormai cieco, piagato e sull’orlo del transito verso l’altra vita, per celebrare la natura, nella sua pienezza, espressione del suo amore per Gesù Cristo.


Francesco non è un vero e proprio “ecologista ante litteram”, come qualcuno vorrebbe esagerando e forzando la storia del santo. In lui l’amore per la natura, che è comunque una costante dopo la sua conversione, è sempre mediato dalla presenza del Ministero. “Questa bella d’erbe famiglia e d’animali” non è un assoluto superiore all’uomo o un orizzonte fine a se stesso, ma il riflesso di quell’armonia e quel rispetto che furono gli archetipi della sua vita, fino a quella notte fra il 3 e il 4 ottobre del 1226, quando la sua anima salì a Lui, all’età di quarantaquattro anni.

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