martedì 2 ottobre 2007

- Roma Sparita - E. Roesler Franz

Ghetto
Torre Scimmia


Via Consolazione


Farnesina


Pietro in Vincoli


Porta San Paolo



Case Medievali Bonosa


Case degli Anguillara



Campanile in Borgo


Arco Annunziata


Arco Tolomei


Albergo Dell'Orso



Cenni biografici su Ettore Roesler Franz

Ettore Roesler Franz nasce a Roma l’11 maggio 1845 da Luigi e Teresa Biondi. La sua famiglia – di origine tedesca trapiantata nella capitale all’inizio del Settecento – vi aveva fondato il celebre Hotel d’Allemagne tra via Condotti e piazza di Spagna e che ospitò tra gli altri lo scrittore Stendhal, il fratello di Napoleone Luciano, l’ideatore del Canale di Suez Ferdinand de Lesseps, il romanziere inglese William Thackeray, il compositore tedesco Richard Wagner, il critico d’arte e archeologo tedesco Johann Joachim Winckelmann e il poeta tedesco Johann Wolfgang von Goethe. La famiglia Roesler Franz era imparentata con le più aristocratiche famiglie della capitale e fu persino citata in alcuni sonetti di G.G. Belli (L’immasciata buffa). Ettore Roesler Franz fino ai 30 anni si occupa degli affari nell’azienda della sua famiglia, in particolare di una banca la cui attività è documentata dalla fondazione nel 1869 fino al 1936. Con gli uffici in via Condotti, la Banca Roesler Franz Ad. & Figli figurò in posizione primaria fra le banche private, particolarmente numerose nella struttura creditizia romana.Compie gli studi all’Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane, al Collegio di Propaganda Fide e all’Accademia di San Luca, dove segue corsi di architettura. Dal 1864 al 1872 lavora come segretario presso il Consolato inglese e poi, fino al 1875, nella Banca del fratello Adolfo in via Condotti. Dal 1875 Ettore Roesler Franz inizia a dedicarsi esclusivamente alla pittura e fonda con Nazareno Cipriani la Società degli Acquerellisti di Roma, di cui fu più volte presidente."La sincerità fa l’artista grande" era la scritta che figurava all’ingresso del suo studio di piazza S. Claudio 96, dove l’artista si trasferisce nel 1876 da quello precedente di via del Bufalo 133. Nel 1878 a Parigi presenta due opere all’Esposizione Universale. Dal 1878 al 1881 compie diversi viaggi in Scozia, Lombardia, Venezia e Inghilterra, dove ha modo di approfondire il suo interesse per gli acquerelli che proprio in Gran Bretagna trovano poi i suoi più assidui acquirenti, soprattutto per quanto riguarda le opere della campagna romana. Nel 1882 è presente con 12 acquerelli alla Settima Esposizione della Società degli Acquerellisti di Roma; nel 1883 al Palazzo delle Esposizioni con la prima serie di acquerelli intitolata La memoria di un’era che passa dedicata a Roma. Nel 1885 e nel 1887 partecipa con alcuni dipinti alle mostre londinesi del Royal Institute of Painters in Water Colours. Nel 1888 espone a Berlino; nel 1890 è all’Esposizione di Dresda e Vienna, dove per i suoi acquerelli romani viene premiato con una medaglia d’oro. Nel 1902 partecipa all’Esposizione Italiana di San Pietroburgo; il 6 febbraio 1903 diviene per acclamazione cittadino onorario di Tivoli dove, durante i suoi soggiorni, visse in una casa appartenuta ad Onorato Calandi. Ed ugualmente tiburtino era Adolfo Scarpelli, l’allievo prediletto che lasciò erede del proprio studio. Nel 1894 espone a Londra, nel 1905 alla Biennale di Venezia e nel 1907 partecipa alla LXXVII Esposizione Internazionale di Belle Arti. Deve la sua fama soprattutto alla serie di acquerelli della Roma sparita ma ritrae anche altri luoghi come Tivoli e dintorni, Villa d’Este, Villa Adriana, i Colli Albani, la Via Appia, Ninfa e le paludi pontine.Muore a Roma il 26 marzo 1907 all’età di 62 anni.


Isola Tiberina


Quardiere Ebraico


Ponterotto
Tevere

Ponterotto

Nelle Paludi di Venezia Francesco si fermo per pregare e tutto tacque

NELLE PALUDI DI VENEZIA FRANCESCO SI FERMÒ PER PREGARE E TUTTO TACQUE


Alle paludi di Venezia poi Francesco arrivò
E in compagnia di un altro frate
Le attraversò…
Fu tornando dall’Oriente
Che in quel luogo si fermò,
venne la sera e tempo fu di pregare.
Stormi di uccelli neri.
Sui rami stavano

Ad alta voce cantando…
Pareva che quel fragore
Fosse a lode
Del loro Creatore.
Così Francesco in quelle paludi
Con gli uccelli volle pregare
Ed in mezzo a quella folla.
Si incamminò…
Svaniva tra quelle grida
L’eco dei suoi passi,
la voce della sua preghiera…
“Vi prego di volere tacere”
Ed il silenzio sulle paludi calò.
E nessuno più cantò
Sinchè Francesco smise di pregare
E se ne andò…

Testo di Angelo Branduardi

Vanità Di Vanità


Vanità Di Vanità

Vai cercando qua, vai cercando là,
ma quando la morte ti coglierà
che ti resterà delle tue voglie?
Vanità di vanità.

Sei felice, sei, dei pensieri tuoi,
godendo solo d'argento e d'oro,
alla fine che ti resterà? Vanità di vanità.
Vai cercando qua, vai cercando là,
seguendo sempre felicità,
sano, allegro e senza affanni...
Vanità di vanità.

Se ora guardi allo specchio il tuo volto sereno
non immagini certo quel che un giorno sarà della tua vanità.

Tutto vanità, solo vanità,
vivete con gioia e semplicità,
state buoni se potete...
tutto il resto è vanità.

Testi di Angelo Branduardi

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