venerdì 25 luglio 2008

Gesù




Sarai libero quando sarai capace di amare

Acquarelli su Assisi

Santa Chiara
San Ruffino




Scalinata




Rocca Maggiore









Piazza Comune

giovedì 24 luglio 2008

Angelo Branduardi "L'infinitamente piccolo"



Titolo: Divina Commedia - Paradiso, Canto XI
Tupino e l’acqua che discende
Del colle eletto del beato Ubaldo,
fertile costa s’altro monte pende,




onde Perugina sente freddo e caldo
da Porta Sole e diretro le piange
per grave giogo Nocera con Gualdo
di questa costa, là dov’ella frange
più sua rattezza, nacque al mondo un Sole
come fa questo talvolta il Gange.

Ma perché io non proceda troppo chiuso,
Francesco e Povertà per questi amanti
Prendi oramai nel mio parlar diffuso.


La lor concordia ed i lor lieti sembianti
Amore e maraviglia e dolci sguardi
Facano esser cagione di pensier santi:
tanto che’l venerabile Bernardo
si scalzò prima, e dietro a tanta pace
corse e, correndo, gli parve di esser tardo.


Né gli gravò viltà di cor le ciglia
Per esser figlio di Pietro Bernardone,
né per parer dispetto a maraviglia;
ma regalmente sua dura intenzione
ad Innocenzio aperse, e da lui ebbe
primo sigillo a sua religione.


Poi che la gente poverella crebbe
Dietro a costui, la cui mirabil vita
Meglio in gloria del ciel si canterebbe.
E poi che, per la sete del martiro,
nella presenza del Soldan superbo
predicò Cristo e gli altri che’l seguiro.
………………………………………
Nel crudo sasso intra Tevere ed Arno

Da Cristo prese l’ultimo sigillo.
Quando a Colui ch’a tanto ben sortillo
Piacque di trarlo suso alla mercede

Ch’el meritò nel farsi pusillo
Ai frati suoi, com’a giusta rede,
raccomandò la donna sua più cara,
e comandò che l’amassero a fede;
e dal suo grembo l’anima preclara



mover si volle, tornando al suo regno,
ed al suo corpo non volle altra bara.

martedì 22 luglio 2008

giovedì 17 luglio 2008

L'ultima Cena



L'Ultima Cena- dal Vangelo

Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici. Mentre mangiavano disse: «In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà». Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà. Il Figlio dell'uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto»
Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: «Prendete e mangiate; questo è il mio corpo». Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati. Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio».
E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

Ultima cena Gesù

giovedì 10 luglio 2008

Chiesa San Francesco a Ripa



San Francesco a Ripa
Piazza S. Franceso d'Assisi Trastevere (Roma)





La chiesa si trova sulla Piazza San Francesco d’Assisi, sulla "ripa" destra del Tevere accanto all’Ospedale di San Biagio, retto dai benedettini, dove il Santo Francesco nel 1210 prestò la sua opera. Alla morte del Santo un frate francescano ottenne da Papa Gregorio IX, nel 1230, di edificare, accanto all’Ospedale, una chiesa da dedicare al Santo.
Con il passare del tempo ai benedettini, che reggevano anche il monastero di San Cosimato, subentrarono i francescani, tutt’ora presenti.Alla chiesa fu annesso nel 1579 un collegio teologico di rilevante importanza.
La chiesa subì consistenti restauri a partire dal 1682 con l’architetto Mattia de’ Rossi, che trasformo radicalmente la facciata così come appare oggi; seguirono nel 1862 la riapertura delle finestre sopra le porte della navicella e la chiusura della porta all’estrema sinistra.
Nel 1873 il convento ed il giardino furono espropriati per essere trasformati in caserma.
In epoca barocca la cella che ospitò il Santo, unica parte rimasta dell’Ospizio, fu trasformata in cappella, oggi Santuario di San Francesco, in cui sono custodite molte reliquie del Santo (tra cui il sasso che usò come cuscino ed una tavola con l’immagine di San Francesco fatta eseguire da Iacopa de’ Settesoli, devota del Santo, da Margaritone d’Arezzo).
L’interno è a tre navate, con tre cappelle per lato, in cui possiamo osservare molte opere d’arte, degne di rilievo:
Cappella Altieri, con la Statua della Beata Ludovica Albertoni in posizione giacente, eseguita dal Bernini nel 1695, con sopra la pala d’altare, raffigurante la Vergine con il Bambino e Sant’Anna, opera del Baciccia nel 1675.Tali opere furono commissionate dai parenti non appena papa Clemente X, Gian Battista Emilio Altieri, nel 1671, la beatificò.
Cappella Pallavicini Rospigliosi, con pareti adornate, tra il 1715 ed il 1719, da Giuseppe Mazzuoli con monumenti di Rospigliosi e Pallavicini, figure allegoriche e ritratti; sull’altare opera di Giuseppe Chiari raffigurante San Pietro D’Alcantara e San Pasquale.
Cappella Immacolata Concezione, in cui è contienuto un dipinto, dei primi anni del 1600, di Simon Vouet, rappresentante la Natività della Vergine; sulla parte opposta monumento a Giuseppe Paravicini, morto nel 1695, opera di Camillo Rusconi.
Cappella del Crocifisso, con il monumento del Cardinal Michelangelo Ricci, opera di Domenico Guidi del 1682.
Cappella San Giovanni, con dipinti di Domenico Maria Muratori rappresentanti la Vita di San Giovanni da Capestrano.
Cappella Annunciazione, con tavola di Francesco Salviati realizzata nel 1535 rappresentante l’Annunciazione di Maria; la volta ha un affresco del secolo XVII di Gian Battista Ricci.

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